Grazie alla passione e all’amore per la sua terra di Peppe Mancini, oggi possiamo riassaporare il Pallagrello Bianco, uno dei vini più apprezzati alla corte dei Borboni al tempo di Federico IV e della sua famosa Vigna a Ventaglio. Si tratta di un vitigno autoctono campano da riscoprire per le sue straordinarie qualità. Il Terre del Volturno Pallagrello Bianco IGT Le Sèreole, ci regala l’emozione di un grande vino, complesso, intenso, profondo, ricco di sfumature che ci sorprendono a ogni sorso.
La tenuta Terre del Principe si trova nello splendido paesaggio collinare del casertano, vicino a Castel Campagnano. Un luogo particolare, in cui s’incontrano i massicci montuosi del Taburno e del Matese. Una terra famosa per essere da secoli ritenuta particolarmente vocata per la viticoltura. Oltre al clima mediterraneo, sempre mitigato dalle brezze del mare, la zona può contare su terreni di grande pregio. I suoli sono, infatti, caratterizzati dalla presenza della famose “arenarie di Caiazzo”, geologicamente molto antiche. La loro genesi risale a un periodo tra i 7 e i 5 milioni di anni fa, quando costituivano il fondale di un antico mare tropicale. La successiva emersione ha portato alla luce terre ricche di sabbie, fossili marini, marne argillose e siltose. Su questa antichissima base si sono poi sedimentati residui di cenere e pietre provenienti dall’attività del vicino vulcano estinto di Roccamonfina e dal Vesuvio, lontano solo una trentina di chilometri. E’ in questo territorio, da secoli vocato alla viticoltura, che ha trovato modo di esprimersi la passione per la vigna di Peppe Mancini, che abbandonata la professione d’avvocato ha deciso di dedicarsi completamente alla produzione di vino. I ricordi d’infanzia e i racconti del nonno legati alle uve tradizionali del territorio, come pallagrello e casavecchia, spingono l’azienda a orientarsi verso il recupero e la valorizzazione degli antichi vitigni autoctoni campani. E’ grazie alla caparbia tenacia di Peppe Mancini se oggi possiamo ancora goderci nel calice i sapori di un tempo lontano, tra i preferiti alla corte dei Borboni.
Dopo lunghi studi ampelografici, che hanno impegnato anche l’Università di Napoli e la Regione Campania, finalmente nei primi anni duemila il pallagrello bianco, il pallagrello nero e il casavecchia sono stati inseriti nel Catalogo nazionale delle uve da vino e successivamente nell’IGT Terre del Volturno. A completamento di questo processo, nel 2012 è stata creata la Doc Casavecchia di Pontelatone.
L’azienda si estende complessivamente su otto ettari, tra Castel Campagnano e Castel di Sasso. Nel cuore della tenuta sorge la Cantina, che si trova a dieci metri di profondità. Un antichissimo cellaio di circa cento metri quadrati interamente scavato a mano nel tufo, che risale al X sec. d.C., epoca della fondazione di Castel Campagnano. Gli affascinanti e storici ambienti ospitano al primo piano le moderne attrezzature per la vinificazione, mentre sottoterra trova spazio la bottaia aziendale, in condizioni perfette di temperatura e umidità naturali.
Il vitigno pallagrello bianco, insieme al pallagrello nero, faceva già parte della famosa Vigna a Ventaglio, voluta da Ferdinando IV di Borbone, poco lontano dalla Reggia di Caserta, tra monte San Silvestro e il Belvedere di San Leucio. Si trattava di una specie di vigneto giardino a semicerchio, diviso in dieci raggi, con in ogni raggio una varietà d’uva diversa. Il pallagrello era ritenuto un vitigno molto pregiato e capace d’esprimere vini eccellenti. Nei secoli successivi il palagrello venne progressivamente abbandonato per la sua scarsa produttività e per le difficoltà di coltivazione, in favore di piante più resistenti e vigorose. Il pallagrello produce grappoli piccoli, con acini serrati perfettamente sferici, che danno anche il nome del vitigno. La Tenuta Terre del Principe produce complessivamente circa 20.000 bottiglie, con i vitigni autoctoni: pallagrello bianco, pallegrello nero e casavecchia. La filosofia aziendale è improntata alla massima qualità e soprattutto a una grande attenzione al lavoro in vigna per portare in cantina sempre uve mature e perfettamente sane, presupposto indispensabile per creare grandi vini.
Terre del Volturno Pallagrello Bianco IGT Le Sèreole
Il vino prende il nome dalla località Sèreole a Ruviano, dove esiste un rudere di un’antica masseria che risale al 1929. Il vigneto di pallagrello bianco ha un’età di quindici anni ed è condotto in regime Biologico, senza uso di pesticidi, diserbanti o insetticidi. Anche i trattamenti con rame e zolfo sono ridotti al minimo indispensabile e l’interfilare viene tenuto inerbito per favorire la biodiversità in vigna. Si lavora con rese basse, che non superano i 50 quintali per ettaro, per una produzione annua complessiva di circa 3000 bottiglie.
Dopo la raccolta manuale delle uve, con selezione dei soli migliori grappoli, si procede a una pressatura soffice, a cui segue una fermentazione in barriques nuove per circa tre mesi a una temperatura di 12/14 °C. Il vino viene poi trasferito in tini d’acciaio in cui riposa sulle fecce fini per almeno sei mesi. Prima di essere commercializzato, in vino completa l’affinamento con 12 mesi di bottiglia. Il Pallagrello Bianco ha un colore giallo oro. Il quadro olfattivo si apre su note morbide di miele e cera d’api, con nuances floreali e fruttate. Al palato ha una buona struttura, con sorso ricco e ampio. Gli aromi sono intensi e complessi con note di frutta matura, spezie, frutta secca tostata e vaniglia. Il finale è armonioso, lungo e persistente.
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