Il Valtellina Superiore Inferno Riserva DOCG nasce nella più piccola, assolata e rocciosa tra le sottozone della denominazione. Le uve sono prodotte da vigne situate in parcelle di particolare pregio, coltivate con il vitigno nebbiolo, chiamato localmente chiavennasca. Il Valtellina Superiore Inferno Riserva di Rainoldi è una splendida e interessante espressione territoriale del nobile nebbiolo fuori dall’area classica delle Langhe. Un vino elegante, armonioso, potente e austero, perfetto da abbinare a secondi piatti di carni rosse o a selvaggina.
Una viticoltura eroica
I vini Rainoldi nascono nel territorio alpino della Valtellina. La valle è percorsa dal fiume Adda e ha la particolarità di essere orientata sull’asse est-ovest, diversamente dalle altre valli alpine, che quasi sempre sono disposte da nord a sud. Il versante nord, esposto a mezzogiorno, accoglie oltre 850 ettari di vigne, con la più grande superficie italiana di terrazzamenti. La coltivazione della vite è resa possibile dal particolare microclima, che può avvalersi di un perfetto irraggiamento solare. Le Alpi Retiche proteggono la valle dai venti freddi del nord e il lago di Como contribuisce a mitigare le temperature grazie alla breva, il vento tiepido, che dalla primavera alla fine dell’estate, tiene le viti sempre asciutte e sane. Le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte garantiscono un’equilibrata maturazione uve, con ricchi corredi aromatici. La montagna è stata plasmata da una viticoltura eroica, che grazie al duro lavoro dell’uomo, ha strappato alle rocce scenografici terrazzamenti e balzi scoscesi sostenuti da muretti a secco. Una coltivazione verticale, che sfrutta ogni fazzoletto di terra incastonato tra le pareti delle montagne. Un paesaggio straordinario, che rende unici i vigneti della Valtellina. Ancora oggi la vendemmia è fatta a mano e l’uva è portata in cantina percorrendo ripidi sentieri o scale in pietra, che s’inerpicano tra le terrazze. Il suolo è stato generato dal lento disfacimento di rocce di varia composizione e provenienza, con prevalenza di graniti, che danno una connotazione acida ai terreni. Si tratta di un suolo sabbioso e limoso, ricco di scheletro, molto permeabile e quasi totalmente privo di calcare. Allo strato coltivabile di limitata profondità, fa subito seguito la roccia madre, con la sua straordinaria ricchezza e varietà minerale. Il vitigno principe della valle è il nebbiolo, localmente conosciuto come chiavennasca. In valle sono inoltre presenti altri vitigni autoctoni a bacca rossa, come pignola, rossola e brugnola.
Il vino come tradizione di famiglia
La famiglia Rainoldi, fin dalla fine del 1800, produceva e commerciava granaglie in Valtellina. Proprietaria dell’unico mulino della zona, macinava frumento e mais e barattava le farine con altri prodotti locali. La necessità di svincolarsi dalla stagionalità autunnale dei prodotti, condusse Giuseppe Rainoldi a intraprendere la strada della viticoltura. Sarà il figlio Aldo a dare impulso all’attività, creando nel 1925 la Casa Vinicola Rainoldi. Cominciò così l’avventura della commercializzazione del vino in Lombardia e in Svizzera con piccoli fusti di castagno. All’inizio, la vendita del vino in bottiglia rappresentava solo una piccola quota della produzione, riservata ad amici e intenditori A partire dagli anni ’50, l’imbottigliamento diventò la parte preponderante dell’attività, relegando il vino sfuso a un ruolo via via sempre più marginale. Negli anni sessanta, l’Azienda si è aperta anche al mercato estero, sia in Europa, che in Stati Uniti, Canada e Giappone. E’ stato l’inizio dell’espansione e dell’internazionalizzazione dell’Azienda, che prosegue ancora oggi con successo. Negli ultimi decenni, l’Azienda Rainoldi è cresciuta e si è modernizzata, ma è restata fedele all’idea di coniugare sempre la qualità dei vini con il rispetto della natura e dell’ambiente alpino. Con oltre nove ettari di vigneto gestiti direttamente e con il prezioso contributo di oltre settanta piccoli conferitori di fiducia, la Casa Vinicola Rainoldi produce i vini delle principali denominazioni della Valtellina: Rosso di Valtellina Doc, Valtellina Superiore Docg -dalle sottozone Grumello, Inferno, Sassella- Sforsat di Valtellina Docg, Sauvignon Blanc e un piccolo numero di bottiglie di Metodo Classico da uve nebbiolo.
Inferno è la più famosa delle 5 sottozone della denominazione Valtellina Superiore DOCG. Si estende su un piccolo territorio di circa 50 ettari, tra Poggiridenti e Tresivio, lungo le pendici delle Alpi Retiche, sulla sponda destra della valle. Il suo nome ha una duplice natura. Deriva dalle alte temperature estive, dovute a una posizione con una meravigliosa esposizione a mezzogiorno, rese ancora più brucianti dal riverbero delle rocce, e dai ripidi terrazzamenti delle vigne, che ne rendono la coltivazione molto faticosa. Proprio queste particolarità pedoclimatiche sono all’origine di uve molto ricche, che arrivano alla vendemmia al perfetto grado di maturazione. Le vigne di nebbiolo, il loco chiamato chiavennasca, sono coltivate nei comuni di Montagna in Valtellina, Poggiridenti e Tresivio, con esposizione sud a un’altitudine compresa tra i 300 e i 550 metri sul livello del mare. I suoli sono poco profondi in prevalenza sabbio limosi, ricchi di scheletro e con rocce affioranti. Dopo la vendemmia manuale, le uve sono portate in cantina e avviate alla fermentazione e macerazione a temperatura controllata, con periodici rimontaggi e follature. Il vino svolge la malolattica e matura per 16 mesi in barriques nuove di rovere francese, a cui fa seguito un affinamento in bottiglia di circa un anno prima della messa in commercio. Il vino ha un colore rosso rubino intenso. Il profilo olfattivo è fine, con aromi di frutta rossa, note di sottobosco e tabacco. Al palato ha una buona struttura, è austero e profondo, con trama tannica matura e buona freschezza. Il finale è lungo e persistente.
COMPRA ORA SU VINODALPRODUTTORE.IT!