Il Brunello di Montalcino Montosoli di Altesino nasce in uno dei cru tra più famosi e rinomati di tutta l’area, situato nella parte nord-est della collina di Montalcino. I vini prodotti nelle vigne di Montosoli si distinguono per la grande eleganza e la raffinata complessità, che si sposa con la struttura, la profondità aromatica e la persistenza tipica del Brunello. E’ prodotto solo nelle migliori annate e rappresenta una delle eccellenze dello splendido territorio di Montalcino. Un vino perfetto per una cena importante, o per una serata di puro piacere.
Montalcino si trova nel cuore della Toscana, 40Km a sud di Siena, in una splendida zona collinare dal paesaggio ancora incontaminato, in cui la vite convive con altre colture tipiche del territorio e con boschi secolari. In queste terre la viticoltura ha origini antiche e la grande tradizione è stata tenuta viva fino i nostri giorni. Il clima è tipicamente mediterraneo, caldo e secco ma rinfrescato da una buona ventilazione e da notevoli escursioni termiche tra il giorno e a notte. Le vigne sono coltivate sui vari versanti della collina di Montalcino a un’altitudine compresa tra i 150 e i 450 metri sul livello del mare. La presenza del Monte Amiata a sud-est, costituisce una barriera naturale, che tiene la zona al riparo da molte perturbazioni. I suoli sono di composizione piuttosto varia, frutto di sedimentazioni riconducibili a diverse ere geologiche. Variano a seconda dell’altitudine e dei versanti: troviamo detriti alluvionali, marne argillose, terreni ricchi di galestro e alberese, zone di matrice calcarea o ricche di tufi vulcanici. Pur con diverse caratteristiche, si tratta di terre tutte molto vocate per la coltivazione della vite. Un piccolo mosaico che si rispecchia poi nelle differenze dei vini provenienti dalle diverse zone. L’azienda Altesino si estende su una superficie complessiva di circa 80 ettari di cui 44 vitati. La tenuta comprende i cru Altesino, Macina, Castelnuovo dell’Abate, Pianezzine e il famoso e pregiato Montosoli, da sempre conosciuto per la raffinata eleganza dei suoi vini.
Il vitigno principe del territorio è il sangiovese grosso o Brunello, un particolare clone del vitigno a bacca rossa più coltivato in Toscana. Le analisi sul DNA, hanno messo in luce che il sangiovese è nato da un incrocio, probabilmente spontaneo, tra il ciliegiolo e il calabrese di Montenuovo, una varietà imparentata con il magliocco canino. Il biotipo brunello, nasce da un lungo lavoro iniziato da Clemente Biondi Santi, che cominciò pazientemente a selezionare le migliori piante di sangiovese con acino grosso e buccia scura. Così è nato il pregiato biotipo di sangiovese coltivato a Montalcino, che oggi rappresenta una delle migliori eccellenze dell’enologia italiana. Il successivo utilizzo di sistemi di allevamento con alta densità di ceppi e basse rese, ha contribuito a innalzare ulteriormente il livello qualitativo delle uve. Le pratiche del diradamento in vigna, della selezione dei grappoli in vendemmia e sui tavoli di cernita, ha permesso di scegliere solo uve sane, con un corredo aromatico intenso e un perfetto equilibrio tra zuccheri e acidità. Non c’è vino italiano che possa incarnare meglio del Brunello di Montalcino il concetto di terroir, come sintesi di condizioni pedoclimatiche, vitigno, tradizione, storia e lavoro dell’uomo.
Il Brunello comincia a riscuotere i primi successi internazionali alla fine dell’800 ai Concorsi di Parigi e Bordeaux. Tuttavia continua a rimanere un vino elitario fino al secondo dopoguerra, quando è tra i primi vini a essere riconosciuto con la DOC (1966) e in seguito con la DOCG (1980). Il grande successo arriva negli anni ’80 e ’90, quando la sua fama raggiunge il grande pubblico degli appassionati. Diventa una delle punte di diamante dell’enologia italiana, riconosciuta in tutto il mondo tra le migliori eccellenze in assoluto.
Nella produzione dei vini Altesino, il sangiovese grosso, oltre ad essere alla base del Brunello di Montalcino, viene utilizzato per produrre il Rosso di Montalcino e il Palazzo Altesi. Nella tenuta si coltivano inoltre altri vitigni a bacca rossa d’origine bordolese, in particolare il cabernet sauvignon e il merlot. Tra i bianchi si privilegiano gli autoctoni del territorio: trebbiano toscano, malvasia e vermentino. Ma c’è spazio anche per alcuni vitigni internazionali che si sono acclimatati benissimo in Toscana, come lo chardonnay e il viogner.
Brunello di Montalcino Montosoli Docg
Il Brunello di Montalcino Montosoli nasce dalla scelta di valorizzare con un singolo vino uno dei cru più prestigiosi dell’area di Montalcino. La vigna Montosoli si trova sul versante nord-est della collina di Montalcino a un‘altitudine di circa 300 metri sul livello del mare. Il suo particolare microclima consente la produzione di uve di qualità eccezionale. I suoli sono molto drenanti, ricchi di scheletro, con matrice argillosa e componenti di calcare, silice e alberese. Si tratta di una delle zone storicamente più vocate del territorio, che rappresenta il volto più elegante e raffinato del Brunello. I vini di Montosoli sono, infatti, famosi da sempre per finezza espressiva e complessità aromatica.
Le uve del vigneto Montosoli sono state vinificate separatamente per la prima volta nel 1975 e ancora oggi donano i grappoli per produrre il vino di punta di Altesino. Dopo la fermentazione a temperatura controllata, il vino matura per circa 4 anni in botti di rovere di Slavonia e 3 o 4 mesi in barriques di media tostatura di rovere francese di Allier. Prima di essere messo in commercio, completa l’affinamento con almeno 4 mesi in bottiglia. Ha un colore rosso rubino con sfumature tendenti al granato. Il bouquet è molto elegante, con profumi di viola, aromi di amarena, piccoli frutti di bosco, sentori di liquirizia, vaniglia e spezie. Il sorso è ampio, asciutto e austero, con intensa profondità aromatica, trama tannica evoluta ed equilibrata freschezza. Il finale è molto lungo e persistente.
Il Brunello di Montalcino Montosoli Docg è prodotto solo nelle migliori annate ed è un vino destinato al lungo invecchiamento. A tavola trova i migliori abbinamenti con carni rosse arrosto o alla brace e con la selvaggina.
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