Ci sono vini cha degustati per la prima volta aprono nuovi orizzonti sensoriali, inattesi, unici. E che non puoi più scordare. Uno di questi è sicuramente il Timorasso Pitasso di Claudio Mariotto, vigneron a Vho, in provincia di Tortona. Sì, perché il Timorasso è un vino di grande carattere e personalità. Un bianco dal profilo minerale e sapido, capace di evolvere verso note di pietra focaia e idrocarburo. Pitasso rappresenta l’eccellenza assoluta dei vini di Claudio Mariotto. Proviene da un cru particolarmente vocato e è una delle migliori espressioni di questo straordinario vitigno.
In una regione dalla grande tradizione di vini rossi come il Piemonte, non è facile emergere e ritagliarsi un po’ di spazio per un piccolo vitigno autoctono a bacca bianca. Tanto più se nasce in una terra un po’ periferica come la provincia di Tortona e non in zone storicamente più famose come il Roero o l’area di Gavi. Fortunata sorte che è toccata, invece, ai più celebri Arneis e Cortese. In realtà il Timorasso è stato coltivato nell’alessandrino fin dall’antichità. Si possono ritrovare testimonianze che risalgono al XIV secolo, sia nel Trattato di agronomia di Pietro de’ Crescenzi, che nel Bollettino Ampelografico del Di Rovasenda del 1885. Il Timorasso ha trovato il terroir perfetto per esprimere tutte le sue potenzialità sui Colli Tortonesi, nelle vallate Curone, Grue, Ossona e in Val Borbera, grazie a terreni argillosi chiari, con una buona componente calcarea. E’ un vitigno che ama le esposizioni soleggiate e riparate dai venti. Ma è una pianta difficile da coltivare: ha una produttività incostante ed è molto sensibile ai marciumi e alle muffe. Proprio per queste caratteristiche, la sua coltivazione è stata lentamente abbandonata. Gli agricoltori hanno preferito sostituirlo con uve a bacca rossa più produttive e meno delicate, come la Barbera e la Croatina. A seguito della devastazione dei vigneti causata dalla fillossera, le vigne di Timorasso sono state quasi completamente sostituite con il più produttivo e commercialmente remunerativo Cortese. Il Timorasso sarebbe definitivamente scomparso se, sul finire degli anni ’80, alcuni coraggiosi e tenaci vignaioli di Tortona, non avessero deciso di puntare sulle sue potenzialità. La scommessa è stata vinta. Oggi i produttori di Timorasso sono circa una trentina e la superficie coltivata nei Colli Tortonesi è passata da un ettaro a 60 ettari. Con oltre 400.000 bottiglie annue, il Timorasso comincia a essere conosciuto e apprezzato come una delle eccellenze tra i nostri vini bianchi.
L’azienda agricola Mariotto, appartiene alla famiglia fin dal 1920 e dagli anni ’90 è gestita da Claudio Mariotto che, aiutato dal fratello Mauro e dalla madre Piera, decide di dare continuità alla passione del bisnonno, del nonno e del padre, scegliendo di puntare soprattutto su due vitigni: Timorasso e Barbera. L’azienda si estende su un territorio di circa 100 ettari, di cui 26 coltivati a vigneto. Lo scopo di Claudio è da sempre quello di proporre prodotti di qualità con un metodo naturale, orientato al minimo intervento in vigna e in cantina, al fine di garantire il rispetto della tradizione. I suoi vini sono tutte magnifiche espressioni del territorio, caratterizzati da un grande equilibrio tra complessità ed eleganza. L’attenzione e l’impegno sono sempre al primo posto, dalla presenza giornaliera in vigna, al lavoro in cantina. Ogni fase del processo produttivo è seguita con cura: dalla maturazione delle uve, all’affinamento delle migliori partite di vino in botte, tutto al fine di garantire un elevato standard qualitativo. Il rispetto della natura e dell’ambiente coinvolge tutti gli aspetti dell’Azienda, impegnata anche nell’autoproduzione di energia elettrica con pannelli fotovoltaici. Per questa visione dell’attività in perfetta sintonia con l’ambiente, la Guida Vinibuoni d’Italia, in collaborazione con Verallia, ha premiato Claudio Mariotto con il premio EcoFriendly 2013.
Uno dei crus di Timorasso prodotti da Claudio Mariotto è il Pitasso. Il vigneto si trova a circa 250/300 metri di altitudine, su un terreno calcareo-argilloso, con un’età delle piante fino a 40 anni. Produce basse rese, circa 50qt per ettaro, con uve di alta qualità e grande concentrazione aromatica. Dopo la vendemmia manuale e la pressatura soffice delle uve, segue la fermentazione a temperatura controllata e l’affinamento sulle fecce nobili. Pitasso ha un bel colore giallo luminoso di media intensità. Il profilo olfattivo è intenso elegante, caratterizzato da note floreali, fruttate e da sentori minerali di pietra focaia. Al palato è ampio, caldo, complesso. La mineralità sfuma delicatamente in aromi di susine, camomilla, noce e mandorla tostata. Le vena acida e ben presente e il finale e lungo e persistente.
Il Timorasso Pitasso esalta negli abbinamenti con i crostacei: scampi, astice e aragosta sono i suoi compagni di tavola preferiti. Grazie alla sua struttura, si sposa molto bene con le carni bianche, con i formaggi saporiti e le torte di verdura.
Riconoscimenti
Vini d’Italia Gambero Rosso – 3 bicchieri
Vini d’Italia – L’Espresso – 4 bottiglie